La Madonna del Granduca umanizzazione di Maria

di - del 14 Luglio 2016 © diritti riservati

“Attraverso le immagini…“, percorso di Storia dell’Arte nella simbologia di capolavori, testimonianza di Fede.

 

La Madonna col bambino”, detta del Granduca, è un dipinto a olio su tavola (84,4 x 55,9 cm) di Raffaello Sanzio (Urbino, 28 marzo o 6 aprile 1483 – Roma, 6 aprile 1520), databile al 1504 circa e conservato nella Galleria Palatina a Firenze. L’opera prende il nome dalla predilezione che Ferdinando III aveva per essa.

Nel dipinto la Vergine è raffigurata in piedi, con la tradizionale veste rossa e il manto azzurro e sembra avanzare verso lo spettatore emergendo dal fondo scuro, con decisa ma dolce monumentalità.

Tiene in braccio il Bambino Gesù come a mostrarlo allo spettatore, con un’intima e misurata interazione di gesti tra i due. Perfettamente bilanciati sono i rapporti tra i volumi e la disposizione dei protagonisti, con una lieve rotazione di Maria verso destra a cui corrisponde un gesto analogo e in senso opposto di Gesù. Lo sguardo del Bambino accentua i risvolti sentimentali e devozionali dell’opera, rivolgendosi intensamente verso lo spettatore, invitato così a compartecipare alla sublime corrispondenza amorosa tra madre e figlio.
Il dilatarsi dei pieno di luce e d’ombra, con effetti di avvolgimento atmosferico, dimostra l’influenza dello sfumato di Leonardo da Vinci, che Raffaello ebbe modo di apprezzare nei primissimi anni a Firenze.
L’estrema dolcezza della scena compone un raro equilibrio tra il senso di manifestazione divina e la forte umanizzazione del soggetto.

Non è nota la provenienza originaria del dipinto, eseguito probabilmente per una destinazione privata dal giovane Raffaello, giunto da poco a Firenze, verso il 1504. Fu acquistata alla fine del Settecento da Ferdinando III di Lorena, granduca di Toscana, su segnalazione del direttore delle Gallerie Fiorentine Tommaso Puccini. Nel 1799 è ricordata per la prima volta con certezza, quando Ferdinando, che era attaccatissimo all’opera tanto da portarla con sé anche in viaggio, se la fece spedire a Vienna, dove era riparato durante l’invasione napoleonica.

Letto 10312 volte

Print Friendly, PDF & Email
1 Star2 Stars3 Stars4 Stars5 Stars (2 voti, media: 5,00 su 5)
Loading...
Avatar

Info Francesco Dipino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *