Mare Nostrum, mare di tribolazioni e speranza: Mare di civiltà

di - del 5 Agosto 2015 © diritti riservati

Diario di viaggio di un navigante amalfitano

di Salvatore Barra

Msc Kalina 02 Agosto 2015 in Navigazione da Beirut a Gioia Tauro

Msc-Kalina-Porto-BeirutIl 29 luglio, sul tardi, usciamo dal Canale di Suez a Port Said ed entriamo nel Mare Mediterraneo con prua verso il porto Libanese di Beirut.
Ogni volta che entriamo nel Mare Mediterraneo, il “Mare Nostrum” come lo chiamavano i Latini, è sempre una grande emozione.
Avverti la sensazione di respirare l’aria di casa. I colori del cielo e del mare, le temperature gradevoli e finanche la salsedine che assapori sulle labbra, danno un senso di appartenenza unico, tale da far considerare questo Mare, per l’appunto “Nostrum”.
Da amalfitano, ancor di più,  se ripenso alle relazioni commerciali e gli scambi culturali che l’Antica Repubblica Marinara di Amalfi seppe intessere nel Medio Evo, con i popoli di questa area del Mediterraneo Orientale.
Mancavano una sessantina di miglia (circa 110 Km) da Beirut, il nostro porto di destinazione quando una chiamata via VHF, (il radio telefono di bordo), sintonizzato sul canale 16, mi riporta immediatamente alla realtà.  Era una nave da guerra Statunitense, una fregata delle forze di coalizione di impegnate in operazioni di pace in questa martoriata regione.

La nave da guerra ci chiede informazioni del viaggio, del porto e della data di partenza (Singapore 18-07-2015 10.00lt), porto e previsto ora di arrivo ETA (Estimate Time of Arrival)-(Beirut 30-07-2015 alle 11.00lt); il nome della Società’ Armatrice, la quantità’ ed il tipo di carico trasportato, gli identificativi internazionali e molto altro… poi il consueto ringraziamento per la collaborazione resa ed il classico “buon viaggio”, a significare “tutto a’ posto, potete proseguire per la vostra destinazione!”.

Beirut-di-notteDopo circa due ore, intorno alle 10:00, prima di entrare nelle acque territoriali Libanesi, sempre via VHF, siamo contattati da unità della marina militare Libanese. Solita trafila di domande, poi ci intima di proseguire con rotta 090 (Est) e di richiamarli prima dell’ingresso della nave nel porto di Beirut.
Nel frattempo,  per la manovra di arrivo il personale di bordo è già pronto: il Direttore di Macchina , tempestivamente avvisato, ha provveduto a portare il motore principale a giri di manovra ed ad attivare il motore per le due eliche di manovra prodiere, quindi controllare la perfetta  ‘funzionalità’ del timone e del telegrafo di macchina. (nota: i grandi motori marini, quando non in emergenza, si possono rallentare, dal massimo dei giri alla velocità di manovra, per mezzo di un computer con programma dedicato che ne detta i tempi anche se in generale, per poter fermare una nave come la nostra, occorre circa un’ora).

Il primo Ufficiale di Coperta , predispone i marinai ai posti di manovra di prua e di poppa. Pronti i cavi di ormeggio, si effettuano gli ultimi controlli sulla funzionalità dei verricelli.
Il nostromo prepara la Biscaglina per l’imbarco del pilota del porto.
Il marinaio timoniere sul ponte di comando, prima di entrare nelle acque territoriali ha issato le bandiere nel seguente ordine : Nazionalità sull’albero di maestra, bandiera di cortesia Libanese sulla dritta, e poi le altre bandiere previste dal C.I.S., (il Codice Internazionale dei Segnali), sul lato sinistro .
In considerazione dell’ora di arrivo, si è differito il servizio mense, del pranzo del personale di manovra ad operazioni terminate.

Msc-Kalina_comandanteUna volta ormeggiato e posizionato la scala di accesso, le prime persone a salire sulla nave sono le autorità doganali e di polizia di frontiera, lo spedizioniere e l’agenzia che ci rappresenta a Beirut.
Notavo poca serenità nei volti, quando chiesi alle autorità se l’equipaggio, dopo una navigazione di dodici giorni, potesse andare in città in libera uscita; mi risposero che la prevista partenza era stata fissata per il 31 luglio sera, che i permessi di accesso al porto sarebbero stati pronti per il 31 luglio mattino… avvisandomi che la città non fosse considerata sicura e che ne sconsigliavano la visita, in particolare per gli occidentali.
Feci presente che oggigiorno nessuna città è sicura, ma loro mantennero le loro posizioni, “Beirut e’ un’altra cosa”, mi risposero.
Nessuno di noi è andato in città. Continuammo a parlare per almeno un’altra mezzora, e della tristezza di questa città, dagli anni ’60, quando il Libano era considerato “Svizzera del Mediterraneo” e Beirut la “Parigi d’Oriente” , capitale del Jet Set internazionale, passando per le guerre civili degli anni 80/90, poi i conflitti con Israele… fino ai nostri giorni con l’incombente e minaccioso pericolo dell’ I.S. Stato Islamico.
BeirutNessuno di loro mi ha saputo ben spiegare le origini e le cause della catastrofe della guerra civile degli anni ’80: motivi religiosi, civili, invidia di altri paesi arabi, niente di preciso. Un’ombra di tristezza ci pervade. La stessa tristezza che notai, tra la gente del posto, quando visitai la città l’ultima volta, credo nel 2009, con posti di blocco militari e transennamenti ovunque. Di quell’ultima visita mi sono rimaste impresse due cose: una moschea, una chiesa cattolica ed una chiesa ortodossa, costruite nello spazio di un centinaio di metri, praticamente adiacenti ed un bambino che camminava solo in una strada deserta e transennata all’uscita… ebbi l’impressione di un luogo senza speranza e senza futuro.

Come da programma, siamo partiti da Beirut intorno alle 20 del giorno 31 Luglio, un meraviglioso crepuscolo di plenilunio, illuminato da una splendente luna che oggi tutti la definiscono blu, ma in questo caso sarebbe maggiormente appropriato il verde, il colore della speranza, di cui ce ne sarebbe tanto bisogno per questo luogo meraviglioso .

Rotta assegnata al timoniere 280 gradi, distanza 1045 miglia nautiche (1935 Km.) dirigiamo a Nord dell’Isola di Creta, per poi procedere per lo stretto di Messina.

Prossimo scalo, Gioia Tauro. Arrivo previsto il 3 agosto alle 13.00.
Il viaggio continua…….

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