Santa Trofimena, vergine e martire
Santa Trofimena, santa d’origine siciliana, di Patti (Messina) omologa di Santa Febronia, che si venera a Minori (Salerno) in Costiera Amalfitana.
L’agiografia è piuttosto contorta, la leggenda vuole che fu martirizzata ancora fanciulla, intorno ai 12 – 13 anni per mano dello stesso padre, poiché desiderosa di battezzarsi e di abbracciare la fede cristiana, si racconta di una visione di un angelo che le annuncia la consacrazione a Cristo e l’imminente martirio, e contraria alle nozze con il prescelto indicato dalla famiglia.
Il corpo fu affidato alla custodia di un urna e gettato in mare, le correnti la spinsero sino alle coste salernitane e precisamente a Minori. L’urna ritrovata dalla popolazione minorese fu fatta trasportare da una pariglia di giovenche, ma arrivati al punto dove oggigiorno sorge la chiesa a lei dedicata, gli animali non vollero assolutamente proseguire, pertanto i minoresi interpretarono ciò come il segnale divino della scelta del luogo ove erigere la suddetta chiesa.
13 luglio…Seconda Traslazione delle Reliquie di Santa Trofimena da Benevento a Minori.
Il 13 luglio la città di Minori festeggia la Seconda Traslazione delle Reliquie di Santa Trofimena vergine e martire, protettrice della cittadina costiera, le quali erano statte deturpate alla cotiera dal principe beneventano Sicardo. Per poter trattare questa vicenda, occorre parlare dal momento dell’arrivo delle reliquie a Minori.
Le reliquie della Santa, rinvenute a Minori il 5 novembre 640, furono tumulate sotto una struttura ad incasso, disposta su tre livelli, al di sopra della quale fu eretto il primo altare e una prima chiesa. Qui il corpo rimase fino all’838, fino a quando l’esercito longobardo minacciò direttamente la sicurezza delle città del Ducato Amalfitano.
Nell’autunno dell’838, i territori del Ducato di Amalfi subirono il saccheggio da parte delle truppe longobarde, guidate da Sicardo, figlio di Sicone ed erede di una politica religiosa che ebbe, tra i suoi obbiettivi, l’acquisizione di un numero consistente di reliquie di martiri cristiani. Il vescovo amalfitano Pietro II decise quindi di far traslare le reliquie di S. Trofimena da Minori ad Amalfi, considerato un luogo più sicuro. Le imbarcazioni guidate dal vescovo condussero quindi il corpo di S: Trofimena ad Amalfi, dove fu collocato nella chiesa dedicata alla Vergine, l’attuale chiesa del Crocefisso. Otto giorni dopo questo avvenimento al vescovo apparve in sogno S. Trofimena, avvolta in un mantello rosso, seguita da altre vergini, la quale con voce minacciosa gli predisse un’imminente morte, accusandolo di aver profanato e condotto il suo corpo lontano da Minori. Per le sue colpe la Martire gli predisse una morte improvvisa seguita dalla straziante visione del suo cadavere strappato dal suo sepolcro e divorato dai cani; cosa che avvenne poco tempo dopo in occasione del saccheggio della città di Amalfi da parte dei longobardi di Sicardo.
Le reliquie di S. Trofimena furono trafugate e portate a Benevento. In breve tempo il culto si diffuse anche nelle province longobarde, come dimostra la scelta del vescovo Orso, il quale di fronte alla richiesta di restituzione del corpo, inoltrata dai Minoresi nel giugno dell’839, dopo la morte del principe Sicardo, decise di restituire soltanto una metà del corpo, l’altra metà restò dunque a Benevento. Tale scelta fu dettata, con ogni probabilità, dalla volontà di non privare la sua chiesa di un tesoro divenuto ormai prezioso.
Il corpo di S. Trofimena fece quindi ritorno a Minori il 13 luglio dell’839, dopo aver sostato la notte precedente nella città di Salerno, sede di un’importante e numerosa colonia di mercanti amalfitani. Ad attenderlo l’intera popolazione locale, in “una giornata di sole sfolgorante”, che accompagnò in processione il sacro corpo, riponendolo nel luogo scelto dalla Santa per il suo riposo terreno.
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