Storie fantastiche e triste realtà, tra storia e terrorismo
Diario di viaggio di un navigante amalfitano
di Salvatore Barra
Msc Maria Saveria – 9 Aprile 2016 – in Navigazione da King Abdullah a Beirut / Canale di Suez
Come da tabella di marcia – (SCHEDULE per gli addetti ai lavori) – alle 22.30 del giorno 8 Aprile abbiamo superato il parallelo limite nella baia di Suez per l’ammissione al convoglio di navi in formazione per il transito del giorno successivo.
Il Parallelo limite è una sorta di traguardo o linea di arrivo; l’ora di arrivo è fondamentale sia per la posizione numerica del convoglio sia per i costi del transito che aumentano del 3% al 5% o del 10 % in base all’entità del ritardo rispetto al “limite” dell’ora prefissata.
L’operatore di “Suez Port Control” , come da rituale ci formula una serie di domande, chiedendo informazioni sull’efficienza della Nave, del carico e del viaggio in corso; dopodiché ci assegna la posizione di ancoraggio in attesa del transito nel Canale.
Dal parallelo limite al punto di ancoraggio la distanza è di circa 6 miglia marine (circa 11 Km). Appena ancorati, la Nave viene presa letteralmente d’assalto dagli operatori del Canale, Agenzia, servizio spazzatura, Ispettore sanitario, Affaristi che chiedono di comprare materiali della nave o di vendere provvigioni, poi imbarcano tre o sei barcaioli con una o due barche che vengono messe a murata e da usare come lance in caso di eventuale ormeggio di emergenza nel Canale. Un caos indescrivibile, se tutto va bene, dalla durata di un’ora.
Verso l’una di notte ricevo la attesa comunicazione del numero che la nave occuperà nel convoglio e la relativa ora di partenza. Alle quattro del mattino del 9 Aprile – imbarca il Pilota del Canale e si salpa. Poco più tardi all’altezza della città di Suez, avviene il primo cambio Piloti e l’imbarco dell’elettricista del Canale che si va ad aggiungere ai tre barcaioli imbarcati il giorno prima. Rimarranno con noi fino a Port Said.
Da Suez a Port Said – sono circa 160 Km – da percorrere, se tutto va bene, in 10 ore circa. Nel corso degli anni , ho transitato il Canale decine di volte, la prima nel mese di Dicembre del 1981 – quindi capita spesso di rincontrare qualche operatore del Canale o piloti con i quali scambio qualche idea. Questa volta, tempesta di sabbia a parte, leggera che ci offuscava la visuale, gli uomini con i quali ho scambiato qualche idea, sembravano demoralizzati dalle vicende causate alla politica interna dai problemi del terrorismo internazionale: non ultimo il caso Regeni.
La triste vicenda del giovane ricercatore italiano trovato senza vita ha compromesso le relazioni tra i due Stati al punto che l’Ambasciatore Italiano al Cairo è stato richiamato in Italia. Le ripercussioni di questa crisi sulla già provata economia Egiziana, saranno grandi. Il Canale di Suez, ad ora, costituisce la fonte di maggior entrata economica per l’Egitto e quindi un “bersaglio” sensibile per eventuali attacchi terroristici. Un’eventuale sabotaggio, che necessitasse la chiusura del Canale, metterebbe in ginocchio l’economia Egiziana, per questo il governo ha deciso di alzare un consistente muro di contenimento per tutta la lunghezza del Canale su entrambe le sponde, Asiatica ed Africana.
I tre Barcaioli e l’elettricista del Canale, non avendo altro da fare, impiegano il tempo vendendo all’equipaggio schede internet, souvenir, piccoli articoli di elettronica e maglieria intima.
Alle 15:00 arriviamo a Port Said, sbarchiamo i piloti e l’elettricista, mentre i barcaioli vengono ammainati direttamente in mare, con la loro lancia. La Navigazione prosegue nel Mare Mediterraneo con destinazione Beirut.
10 Aprile 2016 in navigazione da Port Said a Beirut.
Alle prime luci dell’alba ci presentiamo nella rada di Beirut, ci comunicano che la banchina di ormeggio è ancora occupata e occorre attendere alcune ore per averne la disponibilità. Prima di entrare in porto, restiamo alla deriva, in attesa per otto ore.
Lo scorso anno, ad Agosto attraccai in questo porto con la Msc Kalina, ci era stato raccomandato, “per motivi di sicurezza”, di non visitare la città. Questa volta invece, in seguito all’attentato terroristico dello scorso novembre, in cui persero la vita oltre 50 persone, le visite alla città sono state proibite, sono intensificati i controlli e mi è stato riferito, che molte navi vengono fermate ed ispezionate in mare, prima dell’arrivo in porto. La popolazione di Beirut è molto preoccupata dagli sviluppi politico/militari della confinante Siria.
11 Aprile 2016 In Navigazione da Beirut al Pireo
Nel pomeriggio, verso le 18 finalmente partiamo da Beirut, alle spalle lasciamo paura e tensioni. La costa Libanese lentamente s’illumina dopo il tramonto e le prime ombre crepuscolari. Lo spettacolo è di una bellezza unica che fa’ da contraltare alle tensioni, all’incertezza ed al terrore in cui vivono gli abitanti di questa bellissima città. La domanda sorge spontanea: perché?
Dirigiamo la prua a sud dell’Isola di Rodi – arcipelago del dodeccanneso – diretti al porto del Pireo.
13 Aprile 2016
Alle ore 05:30 il motore principale e le eliche direzionali di prua sono pronte, i marinai chiamati ai loro posti di manovra. Bellissimi ed indescrivibili i colori dell’aurora, la temperatura gradevolissima.
Penso ad Eos la mitologica Dea dell’aurora ed immortalo la scena con la mia canon che ha lo stesso nome. Alle sei del mattino al porto del Pireo vi è un notevole traffico di navi passeggere che hanno priorità di entrata rispetto ai mercantili. Mancavo da un paio d’anni in questo porto e innanzi a tanta bellezza e storia l’emozione è sempre molto forte. Lo pensavo mentre transitando nel punto esatto dove nel 480 A. C. si svolse la Battaglia di Salamina, che vide opposte la potente flotta Persiana comandata da Serse alla flotta Ateniese composta da piccole ed agili velieri, agli ordini di Temistocle. Alla fine vinse la flotta “più debole” di Temistocle, salvando i destini di Atene… non c’era altro tempo per fantasticare, occorreva dare l’ordine ai posti di manovra di prua e poppa di “voltare i rimorchiatori” che ci dovevano assistere nella manovra.
Alle 08.00 ormeggiati alla banchina Ikonio, espletate le usuali formalità con le locali autorità, avviamo le operazioni di carico col rifornimento di 500 tonnellate di nafta. Alle 14.00 termine operazioni. Alle 15.00 si riparte per Gioia Tauro.
Intorno alle ore 21:00, doppiamo Capo Matapan e con maggior quiete torna alla memoria la notte tra il 28 – 29 Marzo del 1941, quando in questo tratto di mare si consumò una delle più brutte pagine della storia della nostra Marina Militare. Nella battaglia di Capo Matapan (oggi Cape Tainaron) si fronteggiarono la flotta italiana e quella britannica. Nel corso di quella battaglia la Marina Italiana perse tre Incrociatori: Fiume, Pola e Zara e due cacciatorpediniere: Carducci ed Alfieri. Durante lo scontro, persero la vita oltre 2300 marinai Italiani. Gli Inglese, invece, non subirono perdite umane né alcun danno. Intanto, nel ricordo recito una preghiera alla memoria dei caduti.
Procediamo ad una velocità di 21 Nodi verso Gioia Tauro.
14 Aprile 2016
Alle ore 16:00 entriamo nello stretto di Messina, accolti da un vento di traversia di oltre 35 nodi, il pilota dello “Stretto” ci avvisa che a Gioia Tauro la banchina è libera e che ci aspettano. Transitare lo Stretto di Messina è sempre un’emozione unica, da scenari mai uguali. La vicinanza al porto di Gioia Tauro non lascia spazi per ulteriori pensieri. Bisogna concentrarsi sulla manovra di arrivo, che in questo porto non è mai semplice. Siamo in porto, tutto bene secondo programma, i tempi rispettati. Alle 19.00 abbiamo ormeggiato col lato sinistro al terminal container MCT di Gioia Tauro.
Il Cuoco italiano è sostituito da un collega croato, mentre il Primo Ufficiale di Coperta di origini montenegrine, lascia il posto ad un suo connazionale.
Riceviamo la visita della Guardia di Finanza, Polizia di Frontiera e della Guardia Costiera, verso le 23:00 tutte le formalità sono state disbrigate, la stanchezza è tanta. E’ tempo di riposare.
15 Aprile 2016
Splendida giornata di primavera, primavera italiana. Riceviamo la visita di due supervisori della nostra società di navigazione per un controllo agli inventari delle dotazioni di bordo e degli standard di sicurezza della nave.
Alle 16:00 tutte le operazioni sono completate ed otteniamo il permesso per la partenza, si prepara il motore principale, le elichette di manovra, quindi tornano i piloti e rimorchiatori. La nave scosta dalla banchina, i piloti ci conducono oltre la diga foranea del porto di Gioia Tauro, una foto ricordo prima di sbarcare sulla pilotina che li ricondurrà in porto, mentre noi seguiremo la rotta che ci condurrà ad Amburgo, città tedesca sul fiume Elba: percorreremo 2630 Miglia di mare… la navigazione continua.
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