Assetto, stabilità e tanto carico… tutta questione di equilibrio
Diario di viaggio di un navigante amalfitano
di Salvatore Barra
MSC MARIA SAVERIA – 02 Maggio 2016 in Porto a Gioia Tauro
La linea di Navigazione “Himalaya Express”, prevede Gioia Tauro come ultimo porto di scalo Europeo prima che la Nave punti la sua prua verso i porti asiatici di King Abdullah (Arabia Saudita), Colombo (Sri Lanka ) ed i porti indiani di Nava Sheva , in prossimità di Mumbay e di Mundra, situato Nord della costa occidentale Indiana, non distante dal confine Pakistano.
A Mundra ed a Nava Sheva , ci sono stato l’ultima volta nel 2002, prima dell’arrivo a Gioia Tauro, come sempre, ci viene spedito via e-mail, il quantitativo di carico da imbarcare, come sempre ci mettiamo all’opera, io ed il Primo Ufficiale di Coperta – Ufficiale responsabile al carico, per verificare le condizioni di assetto, stabilità, la disposizione del carico per porti di sbarco e la disposizione del carico speciale, tipo containers frigo, tanke, containers con materiali infiammabili, etc… Ovviamente per tutte queste operazioni ci avvaliamo di computer con programmi dedicati, a seconda delle caratteristiche della nave.
All’origine e come base di principio dei calcoli, la nave viene considerata come un’asse di legname, in cui le due estremità rappresentano la prua e la poppa.
Una nave è soggetta ad un complesso sistema di forze dovute all’effetto del carico, delle condizioni meteorologiche e del mare; pertanto la struttura della nave deve essere conforme alle seguenti richieste qualità: robustezza, rigidità, idoneità alla tenuta del mare e capacità di carico.
Questi sistemi di forze, applicate alle strutture producono diversi sforzi che possono essere suddivise in tre gruppi principali: sforzi longitudinali, trasversali e locali.
La Msc Maria Saveria, avendo la considerevole lunghezza di 366 metri, benché strutturalmente solida, va ben caricata , in maniera omogenea, attraverso un’equilibrata disposizione del carico e dei liquidi, tipo nafta, zavorra, acqua dolce, oli lubrificanti etc…
Un’errata disposizione del carico e dei liquidi, potrebbe compromettere la robustezza dello scafo e le condizioni di equilibrio della Nave.
A Gioia Tauro avevamo da caricare 2889 TEUS (twenty Equivalent Unit) per un peso di 52273 tonnellate metriche, che sommato ai contenitori già a bordo ed al carburante, davano un dislocamento finale (cioè il peso della Nave), di 189767 tonnellate metriche – con un pescaggio equivalente a 16,35 metri a prua e 16,40 a poppa.
Abbiamo verificato gli sforzi longitudinali della nave – “Flettenti, Torcenti e di Taglio”- tutte le condizioni erano nei parametri, considerando anche un’eventuale tempesta marina, ma eravamo vicini ai limiti – basti pensare che il massimo pescaggio ammesso nel porto Di Gioia Tauro è 16,50 metri, appena 10 centimetri sotto il massimo consentito.
Abbiamo ripetuto i calcoli più volte ma i risultati non sono cambiati. Si poteva procedere. Non vi nascondo che tutti noi abbiamo seguito le fasi del carico con apprensione. Alla fine i calcoli si sono rivelati corretti e credo che siamo stati anche la prima nave in assoluto, a partire da questo porto con un simile pescaggio.
A Gioia Tauro abbiamo avuto anche la visita del Signor Palumbo, tecnico della Msc di Piano di Sorrento, il quale ha provveduto a verificare l’apparecchiatura satellitare di recente installazione e sistemare e/o ripristinare la rete dei computer di bordo. Un vero genio del settore.
Siamo partiti al crepuscolo serale del giorno 3 maggio e dopo un’ora di navigazione, siamo giunti nello stretto di Messina, affascinante e dai colori bellissimi a tutte le ore del giorno ed in tutte le stagioni.
4 Maggio 2016 in Navigazione da Gioia Tauro a Port Said
Verso le 10:30 del mattino, l’ufficiale di guardia in plancia mi avvisa che si sta avvicinando la Nave Msc Tomoko e che l’Ufficiale di guardia su quella nave ha chiesto di parlare con me.
Vittorio Alfieri, Terzo Ufficiale della Msc Tomoko, amalfitano come me. Evento rarissimo perché di amalfitani che navigano come noi, di lungo corso, ce ne sono pochi. Con la nostra Compagnia di Navigazione, credo che siamo solo io e Vittorio ed è stata un’emozione grandissima , perché , oltre ad essere mio concittadino, sono stato anche il suo primo Comandante sulla Msc Beryl, due anni or sono. Ufficiale promettente che certamente farà una bella carriera, per la mia felicità nel sapere di avere un buon erede che continuerà a portare nel mondo il nome della nostra gloriosa Repubblica di Amalfi. Le due navi, con rotte opposte si sono allontanate, diventando sempre più piccole ai nostri occhi, fino a scomparire.
Buon Vento, Vittorio!
6 Maggio 2016 Transito del Canale di Suez
I piloti del Canale mi riferiscono che mai nessuna nave porta container ha transitato il Canale di Suez con tale pescaggio profondo – abbiamo battuto un altro primato ! “Sono il Capo Pilota più bravo del Canale”, mi disse il pilota quando giunse sul ponte – per chi conosce questo lavoro, come mè, già sa il “Capo Pilota” dove voleva parare… ed alla fine dopo un’estenuate “combattimento” verbale sono riuscito a regalargli solo una stecca di Marlboro in più. Magra soddisfazione.
Intanto mi viene comunicato dal quartier generale di Ginevra che a causa delle condizioni di carico, avendo una altezza dal mare non eccessiva che impedisce di sviluppare appieno la nostra velocità massima, all’arrivo della nave a Suez, imbarcheranno due guardie di sicurezza che rimarranno con noi per tutta la zona ad alto rischio Pirateria, Mar Rosso, Golfo di Aden ed Oceano Indiano.
Le guardie di origini Greche sono ex appartenenti delle forze speciali del loro Paese.
Il Terzo Ufficiale Gianmaria… , imbarcato nel porto di Gioia Tauro saputa la notizia mi dice: “Anch’io ho qualcosa da raccontarvi sulla pirateria” – Cosa? gli chiedo – mi dice che era stato imbarcato sulla Savina Kaylin, la nave presa in ostaggio dai pirati, sulla quale è rimasto per nove mesi prigioniero nelle acque Somale.
Di questo ne parlerò la prossima volta, intanto… la navigazione continua.
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