S. Giuseppe Moscati la vera perfezione: “Servire le anime dei propri fratelli”
Oggi la Chiesa (l’ho letto domenica nel foglio della messa) fa memoria di san Giuseppe Moscati, morto il 12 aprile 1927, anche se la festa è in calendario il 16 novembre. E’ il santo al quale spesso sono rivolte le mie invocazioni. Lo sento costantemente vicino. Ritorno con la mente al rapporto di stima e di amicizia che lo legava al dottor Antonio Nastri di Amalfi, fratello di mio nonno, del quale egli fu collega nell’esercizio della professione medica, ma anche e soprattutto guida spirituale, come dimostra l’intensa corrispondenza intercorsa tra loro, utilizzata da S.E. Mons. Ercolano Marini nella prima biografia di Moscati, pubblicata due anni dopo la morte, e poi nella causa di beatificazione.
Ricordo che, quando il dottor Nastri gli pose domande sulla possibilità, per un laico, di raggiungere la perfezione evangelica, Giuseppe Moscati, in data 8 marzo 1925, rispose che “la vera perfezione non può trovarsi, se non estraniandosi dalle cose del mondo, servendo Iddio con un continuo amore, e servendo le anime dei propri fratelli, con la preghiera, con l’esempio, per un grande scopo, per “l’unico scopo” che è la loro salvezza eterna. […]”.
In altra circostanza, l’11 febbraio 1923, il prof. Moscati così si rivolgeva al suo amico amalfitano: “Voi (non io) meritate tutta la venerazione, per la sincerità della vostra fede e per il vostro alto senso caritatevole“.
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