CCC 34: Il mondo e l’uomo attestano di non avere in sé stessi il loro scopo.

di - del 27 Luglio 2017 © diritti riservati

CCC 34: Il mondo e l’uomo attestano che essi non hanno in se stessi né il loro primo principio né il loro fine ultime, ma che partecipano all’Essere in sé, che non ha né origine né fine. Così, attraverso queste diverse ”vie”, l’uomo può giungere alla conoscenza dell’esistenza di una realtà che è la causa prima e il fine ultimo di tutto ”e che tutti chiamano Dio”.

Tuttavia l’uomo può anche arrivare a non percepire più questo e a negarlo , sotto l’influsso del pensiero moderno. Per riflettere meglio su questa problematica e su quanto detto finora a commento dei paragrafi del Catechismo della Chiesa Cattolica, propongo questo testo tratto da un libro del teologo russo Sergey Bulgakov (1871-1944) dal titolo ‘L’ Agnello di Dio‘.
SPIRITUALITÀ E CARNE
Ma la vita propria dello spirito non si spegne forse nella sua naturalità, data dal di fuori e ad esso in un certo modo imposta?
Tale possibilità sussiste per l’uomo, come conseguenza della complessità ontologica della sua natura, soffio divino e polvere della terra. L’uomo, con la sua complessità, non è soltanto spirituale, bensì psico-somatico o naturale, in lui non vive solo lo spirito ma anche la natura. La natura non è spirituale, ma solamente psico-somatica.
Con il lato naturale del proprio essere, l’uomo è in contatto col mondo animale, è animale, sebbene non solo animale. L’uomo è capace di immergersi a tal punto in codesta animalità, da spegnere quasi in sé la coscienza spirituale e da considerare se stesso solo come animale; vuole infatti discendere dalla scimmia. In tale stato l’uomo è talmente dimentico della sua patria celeste, che SE ASCOLTA DISCORSI DI SPIRITUALITÀ NON ARRIVA A CAPIRE. Una simile possibilità è conseguenza di quella proprietà dello spirito creato per cui la sua natura non è tutta colmata dal suo proprio universo spirituale, ma comprende in sé potenzialmente tutto il creato al quale sono spalancate tutte le sue finestre e le sue porte..
EGLI PUÒ IN TALE MISURA USCIRE DA SE STESSO ATTRAVERSO QUELLE PORTE, CHE LA NATURA ESTERNA DELL’UOMO DIVENTA PER LUI L’UNICA REALTÀ.

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