Per dirti che Ti Voglio Bene

di - del 28 Ottobre 2014 © diritti riservati

Omelia don MicheleSpunti tratti dall’Omelia di don Michele Fusco parroco di Amalfi, durante la messa dei piccoli del 26 ottobre 2014

Erano 613 i precetti da osservare, al tempo di Gesù. Di questi 365 erano proibizioni, uno per ogni giorno dell’anno, i rimanenti erano precetti positivi, uno per ogni membra del corpo umano.

Il numero delle membra del corpo umano 248 + 365 i giorni in un anno = 613.
Praticamente: impegnerò tutte le membra del mio corpo, per tutti i giorni dell’anno = PER DIRTI CHE TI VOGLIO BENE! Sembrano formule complicate, prescrizioni impossibili, realizzabili solo da pochi seguaci, tanto eroici quanto determinati. In effetti Tu ci chiedi di amare non in un modo qualsiasi, non quando, come, quanto vogliamo, ma con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente …

Il primo dei precetti, il più importante nella vita di ogni cristiano è: Amare Dio con tutte le forze, con tutta l’anima, con tutta la mente, al meglio delle proprie capacità e possibilità.

Spesso capita di lamentarsi di non esser capaci di amare, di essere duri di cuore. È vero, può accadere che la vita ci bastoni o che ci troviamo con un pessimo carattere. Siamo chiamati ad amare nella concretezza di ciò che siamo, non di ciò che vorremmo essere.

ragazzi catechismo amalfiAmare Dio con tutta l’anima: meglio sarebbe tradurre con tutta la vita, trovando Dio in ogni attività, in ogni esperienza, anche dolorosa.

Il cristiano è colui che fa unità nel proprio cuore, che trova una ragione che tiene legate tutte le cose. Quanto è triste vedere dei cristiani che tirano Dio fuori dal cassetto solo quando serve!

Amare Dio con tutta la mente: con intelligenza, studiando, approfondendo le nostre ragioni.   Gesù chiede di amare il prossimo come noi stessi: bisogna prima amare noi stessi, nella consapevolezza di essere amati e progettati per diventare un capolavoro.

Amare se stessi significa riconoscersi amati e accolti senza condizioni per poter poi amare senza condizioni.

Ai tempi di Gesù, un grande rabbino, diceva di non fare agli altri ciò che non si voleva che gli altri facessero a noi. Gesù riprende e mette in positivo questo comandamento, chiamandoci a fare qualcosa di costruttivo per gli altri.

Non siamo chiamati ad amare noi stessi o gli altri per simpatia, ma perché colmi dell’amore di Dio.

Una gesto molto bello che abbiamo compiuto durante la Messa è di aver preso l’impegno ad Amare!
Una dichiarazione fatta a Dio: “Per dirti che Ti Voglio Bene“.
L’amore ha bisogno anche di dichiarazioni. Una dichiarazione che diventa una preghiera, un’offerta di tutta la nostra giornata e a ricordarcelo sarà un “braccialetto rosso” che al termine della Messa abbiamo annodato al polso, con tre nodi, a simboleggiare il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

 

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Annamaria Santoro

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