E’ l’ora di tornare a casa. Tempo di bilanci al tramonto d’estate
diario di viaggio di un navigante amalfitano
di Salvatore Barra
Msc Maria Saveria 18 Agosto 2016 In Navigazione da Le Havre a Sines
Ricevo istruzioni di rallentare ulteriormente l’andatura, il posto di ormeggio al terminal container di Sines non è ancora libero. Nel corso della mattinata si presenta a rapporto il Primo Ufficiale di coperta e mi avvisa che poco prima c’è stato un litigio tra il cuoco ed il garzone di cucina. A bordo in genera i rapporti tra i componenti dell’equipaggio sono sempre ottimali, attualmente a bordo ne siamo in 24 di cui cinque di nazionalità diverse, professanti quattro religioni differenti, quindi, come si dice, vi è sempre tanta brace sotto la cenere, pronta a divenire fuoco vivo. Infatti, quando meno te lo aspetti possono sorgere contrasti di ordine razziale, politico e religioso tali da rovinare il buon andamento disciplinare di ogni nave. Il Comandante ed i vari capi servizio devono dimostrarsi sempre giusti, equi ed imparziali nei confronti di tutti e mai proferire parole irriguardose ed offensive. La prevenzione è basilare.
Dico al Primo Ufficiale di accompagnare da me i due ed ascoltare le ragioni del litigio. Poco dopo, cuoco e garzone sono a rapporto da me. Dei due, il più turbato è il garzone indonesiano che non vuole ascoltare regioni, deciso a sbarcare al prossimo porto di scalo per “insormontabili” problemi con il cuoco. I due mi spiegano l’accaduto dal loro punto di vista e senza mai guardarsi . Il cuoco ammette le sue responsabilità, ossia di aver impartito ordini in maniera sbagliata e gridando, mentre il garzone rimane irremovibile sulla sua decisione di lasciare la nave. Capisco che alla base del litigio vi erano stanchezza e stress ma non cattiveria. Faccio allontanare il cuoco “pentito” e rimango solo con l’indonesiano: gli spiego che in quel momento lui non ha di fronte il Comandante ma un papa’, un fratello maggiore. Lo invito a riflettere sulla decisione presa perché in fondo è una situazione rimediabile, essendoci la buona volontà del Cuoco, mentre in caso di sbarco gli verrebbero addebitati i costi (taxi nave aeroporto, biglietto aereo per il rimpatrio ed eventuale spese di hotel) ed i costi di imbarco per il suo sostituto, oltreché la perdita del lavoro. Gli ricordo che ha due mogli e tre figli da sostenere. Lo congedo dicendogli di riflettere ancora sulla decisione per due giorni , dopo di che avrei rispettato le sue scelte.
Nel pomeriggio ci viene comunicato che il nostro ormeggio a Sines è previsto per il giorno 19:00 alle due del mattino. Poco dopo ascolto una conversazione radio telefonica tra Sines Port Control e la Msc Amalfi che in quel momento stava lasciando Sines, diretta a Valencia. La Msc Amalfi è una porta containers di 300 metri lunga, larga 40 metri, dalla portata di circa 10000 containers, di bandiera maltese. Ascoltare il solo nome della mia cittadina di Amalfi mi riempiva di orgoglio e di emozione.
19 Agosto 2016 in Navigazione da Sines a Gioia Tauro
Dopo una breve sosta nel porto di Sines, ripartiamo per il porto di Gioia Tauro, dove è previsto il mio avvicendamento. Quindi mi concentro sul passaggio di consegne da preparare, ossia una dettagliata relazione sullo stato e condizioni generali della nave, sui viaggi da effettuare, sui porti di rifornimento ed approvvigionamento e considerazioni sull’equipaggio.
20 Agosto 2016
Attraversiamo lo stretto di Gibilterra con una forte corrente che ci sospinge ma con condizioni di visibilità non ottimali e con un traffico navale particolarmente intenso. Transitare lo stretto rimane sempre un’emozione unica.
22 Agosto 2016
Finalmente, dopo alcune ore passate alla deriva, in attesa che si liberasse il posto in banchina, alle 21:30 ormeggiamo al Container Terminal di Gioia Tauro. I due finanzieri che vengono ad effettuare la pratica doganale di arrivo sono della provincia di Salerno, uno dei quali è un frequentatore abituale di Amalfi. Facciamo Amicizia. Più tardi arrivano il nuovo Comandante ed il Nuovo Direttore di Macchine. Il passaggio di consegne è in corso.
23 Agosto 2016 giorno dello sbarco
Contrariamente a quanto si possa credere, per me il giorno dello sbarco non è tanto felice perché, nonostante tutto il periodo speso sulla nave, (oltre sei mesi), è una parte della mia vita che rimane nel bagaglio di esperienze personali e nella storia della nave. E poi c’è l’equipaggio, e chi mi conosce da dell’importanza che do al fattore umano, un rapporto unico con ogni singola persona, in maniera da creare un gruppo molto unito, simile alle maglie di una catena.
Verso le 10 del mattino, dopo aver salutato tutti, in particolare il garzone di cucina che non finiva mai di ringraziarmi, sbarco. Sul treno penso a tutti i momenti salienti che hanno caratterizzato questo viaggio, cominciato ad Amalfi in una fredda mattinata del 5 febbraio 2016, raggiungendo la Msc Maria Saveria Nel porto di Singapore il giorno seguente. Poi la partenza per la Cina, scalando i porti di Shenzen, Hong Kong, Xiamen, Qingdao. Poi la sosta di circa un mese in Bacino di carenaggio per il cambio Elica e pitturazione dello scafo. E poi, una volta ripartiti, abbiamo effettuato i viaggi sulla linea di navigazione denominata Himalaya Express, scalato i porti di Singapore, King Abdullah, Beirut, Pireo, Gioia Tauro, Amburgo, Anversa Le Havre, Sines, Felixstowe, Colombo, Nhava Sheva, Mundra e Port Said. Transitato cinque volte il Canale di Suez. Percorse 49700 miglia marine (1 Miglio = 1852 metri), consumato 14800 tonnellate di combustibile, 2300 tonnellate di acqua dolce, assistito all’avvicendamento di 26 uomini dell’equipaggio. Ora che sono sul treno penso tanto ad un pezzo del mio cuore che ho lasciato sulla nave mentre non vedo l’ora di riabbracciare i miei cari e per l’importante e difficile ruolo che mi attende: quello di genitore e marito.
Do appuntamento ai lettori del “diario” alla prossima esperienza.
La navigazione, per ora… non continua.
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