27 giugno: dalla Liturgia alla Storia

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Panno-del-miracolo-di-SAndreaAnche se postumo alla ricorrenza del 27 giugno, festa del Patrocinio di Sant’Andrea Apostolo, proponiamo all’attenzione dei lettori questo interessante scritto del professore Salvatore d’Amato.

27 giugno: dalla Liturgia alla Storia

di Salvatore D’Amato

Nel prezioso “Officium Sancti Andreae Apostoli” pubblicato nel 1785, l’Arcivescovo Puoti raccolse i più antichi testi liturgici relativi alle tre festività annuali che la Chiesa amalfitana dedica al suo Patrono. La lettura dell’ Officium come fonte storica è molto interessante per ricostruire alcuni avvenimenti come la Traslazione (8 maggio 1208) ed il Patrocinio (27 giugno 1544).

Oggi, come si sa, è la festa del Patrocinio per cui ci soffermeremo su di essa.
Cosa avvenne in quel giorno di quattrocentosettantadue anni fa?

L’inno dei Vespri in modo accorato e solenne esordisce :”Venerunt hostes fidei/contra fideles Domini/ut nos atroci praelio/terra marique peterent …” e poi continua raccontando che il popolo era letteralmente terrorizzato pensando al fatto che i Turchi avrebbero ucciso gli uomini catturato donne e bambini per farne schiavi e avrebbero fatto razzia di tutto il possibile mettendo a ferro e fuoco anche la Casa di Dio. Così gli amalfitani decisero di rinchiudersi in cripta e pregare ardentemente il loro Apostolo. A questo punto si scatenò un’improvvisa tempesta che distrusse la flotta dei Saraceni.
Nelle letture IV e V della liturgia del 27 giugno,il racconto viene inquadrato in una cornice storica indubitabile. La IV lettura fornisce notizie circa il tempo (V kal. Julii) e le circostanze in cui maturò l’avvenimento ed i nomi dei protagonisti fra cui “l’insigne pirata Ariadeno Barbarossa”.

La V lettura, riprendendo la parte finale dell’inno, ci parla di un popolo timoroso e tremante che vede la poderosa e minacciosa flotta del Saraceno delinearsi all’orizzonte fra Amalfi e Salerno. Non avendo speranza di aiuti “umani”, i fedeli si rivolgono alla Vergine ed ai Santi. Improvvisa si scatena una impetuosa tempesta e sulle nubi appaiono Sant’Andrea e a tergo San Matteo che liberano le loro città dal pericolo incombente.
Da quel giorno gli amalfitani ed i salernitani ricordano questo evento. Ad Amalfi si fa festa quasi patronale mentre a Salerno il miracoloso episodio viene celebrato in ambito esclusivamente liturgico.

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